La diocesi comprendeva l'antico abitato medievale di Satrianum, ubicato tra gli attuali comuni di Satriano e Tito, e il territorio circostante. Di questa città oggi non resta più niente e sono in corso scavi archeologici, che hanno riportato alla luce i resti della cattedrale, dedicata a santo Stefano protomartire, e di diversi ambienti connessi, identificabili con il palazzo episcopale. Prima della soppressione, la diocesi era costituita da solo 6 parrocchie: tre a Caggiano ed una ciascuno per Sant'Angelo Le Fratte, Salvia (oggi Savoia) e Pietrafesa (oggi Satriano di Lucania).
La diocesi è documentata per la prima volta in una bolla di papa Urbano II del 20 luglio 1098, dove appare tra le suffraganee dell'arcidiocesi di Conza. Primo vescovo noto di Satriano fu Giovanni, menzionato in un diploma normanno del 1108. Un omonimo è documentato in un'altra carta del 1135. Dopo di loro, è noto il vescovo Pietro, che prese parte al concilio lateranense del 1179. Lo storico lucano Giacomo Racioppi, in base a documenti greci del XII secolo, ipotizza che la città di Satriano avesse dei coloni greco-bizantini, dal quale si potrebbe dedurre che i primi vescovi di Satriano fossero di rito greco; questa tesi, avvalorata dal fatto che è documentata la presenza di preti greci a Caggiano, è tuttavia affermata con cautela dal Racioppi; di certo con i Normanni la diocesi adottò il rito latino. Secondo le fonti letterarie, Satrianum fu rasa al suolo per ordine della regina Giovanna II di Napoli nel 1430; di certo fu definitivamente abbandonata in seguito al violento terremoto che devastò tutto il territorio limitrofo nel 1456. Fino al 1525 la sede temporanea della diocesi fu Sant'Angelo Le Fratte dove soggiornarono per qualche tempo i vescovi. Il 19 giugno 1525 con la bolla Pro excellenti praeeminentia di papa Clemente VII fu eretta la diocesi di Campagna, a cui contestualmente fu unita aeque principaliter quella di Satriano. Tuttavia le metropolie di appartenenza erano distinte: Campagna dipendeva dall'arcidiocesi di Salerno, mentre Satriano rimase sottomessa a Conza. Il 27 giugno 1818 la sede di Satriano fu soppressa con la bolla De utiliori di papa Pio VII ed il suo territorio unito a quello della diocesi di Campagna. Dal 1968 Satriano è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 3 dicembre 2022 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è Emilio Nappa, segretario aggiunto del Dicastero per l'evangelizzazione.
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La Chiesa Madre
A causa dell'aumento della popolazione di Satriano, attorno al 1460, si pensò di costruire una nuova chiesa, dedicata a san Pietro Apostolo. La nuova chiesa incorporo le due chiesette della Madonna del Rosario e del Santissimo Sacramento, assumendo così una pianta a croce latina. Quello che si presento alla popolazione doveva essere un piccolo gioiellino: addossati alle pareti laterali si trovavano gli altari di san Gaetano, di san Pasquale e della Madonna di Pompei. Erano presenti anche alcune nicchie, che dovevano contenere statue e immagini sacre. Con il passare degli anni la chiesa entrò in possesso di altre statue quali il Sacro Cuore di Fatima, san Pietro e il Cuore di Gesù. Quest'ultima statua venne posizionata sull'imponente altare maggiore in pietra, dove prima si trovava un dipinto.
Campanile Molto probabilmente dopo il terremoto del 1694, venne costruito accanto alla chiesa l'imponente campanile di 5 piani. Costruito usando pietra e mattoni locali, è dotato di 3 serie di quattro finestroni e possiede 4 campane in stile rinascimentale, stile che del resto caratterizza l'intera costruzione. La questione su quale architetto sia stato l'autore del progetto del campanile è abbastanza controversa. Per anni si è pensato che fosse stato costruito da un allievo del Vanvitelli sul disegno del noto pittore, nativo di Satriano, Giovanni De Gregorio. Altri studiosi, sostengono invece che il campanile sarebbe stato costruito sul progetto del vescovo e matematico Juan Caramuel y Lobkowitz, vescovo della diocesi di Satriano e Campagna dal 1657 al 1673. Arrivati alla metà del 1900 la chiesa aveva danni strutturali estremamente gravi, tanto da indurre la popolazione a demolirla e a ricostruirla. Fu incaricato l'architetto Giulio De Luca, che ha fine lavori consegno una chiesa non poco diversa da quella precedente: più grande (300 mq), con pianta a croce latina e le pareti disadorne e in pietra viva, con un soffitto a ventaglio notevolmente più alto. Gli antichi altari in pietra furono smontati e spostati nella chiesa vecchia e nella chiesa della Natività di Maria, lasciando due soli altari oltre a quello maggiore. Fu inaugurata con solenni festeggiamenti il pomeriggio del 16 agosto del 1957, il giorno della Festa di san Rocco.
Facciata La chiesa presenta una facciata a capanna in stile romanico. Abbastanza alta, presenta un sagrato davanti al portone d'ingresso introdotto da una scalinata che parte dalla strada antistante. Ai piedi di questa si trova un mosaico raffigurante lo stemma del comune di Satriano. Sul lato sinistro del portone presenzia un monumentale crocifisso in bronzo, opera dello scultore Luciano La Torre. Appena sopra il portone si trova un rilievo rappresentante gli Apostoli attorno a San Pietro con in mano le chiavi del paradiso. Sopra di questo si trova una vetrata che raffigura gli apostoli riuniti assieme alla Madonna mentre lo Spirito Santo sotto forma di colomba scende su di essi. Il ciclo di immagini si conclude con un'altra vetrata in cui è raffigurata l'ostia consacrata, appena sotto la croce che svetta dalla parte più alta della facciata.
Interno L'interno della chiesa è formato da una sola alta navata. Le pareti in pietra viva sono in gran parte disadorne di immagini e dipinti, che si concentrano in gran parte sull'altare maggiore e sui due minori. I due muri laterali sono divisi in dodici sezioni, sei per ogni muro, da alti pilastri che partono dal pavimento in marmo. In ognuna di queste sezioni si trova una vetrata raffigurante un santo, molti dei quali venerati in almeno una chiesa di Satriano. Su entrambi i lati si trova un'acquasantiera; su quella del lato destro è conservata un'immagine sacra e ancora più su una pietra posta dai devoti di san Rocco in occasione del giubileo del 2000. Davanti l'abside si trovano due cappelle, una dedicata al Santissimo Sacramento e l'altra a san Rocco.